Coriano

Le origini storiche dell’antico fundus di Coriano risalgono alla preistoria, e per la precisione all’età del ferro tra ottavo e settimo secolo a.C. .
Nei secoli seguenti Coriano passerà da una dominazione all’altra, contesa tra stati, imperatori e signorie vede transitare sulle sue terre i goti, i bizantini, gli imperatori germanici, i Malatesta, i Borgia, la Serenissima, lo Stato Pontificio

Nel 1440, in un periodo relativamente felice, la potente famiglia dei Malatesta fece erigere un possente castello che quasi un secolo dopo, nel 1528, papa Clemente VII affidò alla signoria di una famiglia imolese, i Sassatelli, per ripagarli del sostegno fornito contro i Malatesta, ormai definitivamente usciti di scena.

coriano

E’ proprio dai Sassatelli che Coriano eredita il gonfalone cittadino: tre monti d’argento in campo azzurro, sovrastati da un cuore d’argento e due gigli d’oro, tutto attorno allo stemma uno corona vegetale a tre fioroni e “due punte perlate”. Stemma ancora oggi esposto sull’arco di ingresso del castello.

In seguito, nel 1605, Coriano ritorna nelle mani del papato fino alla nascita del Regno d’Italia.

Ma l’avvenimento più tragico e memorabile della storia non solo corianese ma dell’intero fronte di combattimento della seconda guerra mondiale ebbe luogo nel settembre 1944, quando la cosiddetta “battaglia di Rimini” lasciò sul campo oltre 200.000 vittime in circa cinque mesi di scontri.
Il V° Corpo d’Armata britannico ed il I° Corpo d’Armata canadese riuscirono, il 13 settembre 1944, a sfondare la Linea Gotica.
In quei drammatici giorni Coriano fu triste protagonista di un bagno di sangue epico, di un dispiegamento di forze e di una concentrazione di fuoco con pochi altri precedenti.
L’Alto Comando Alleato stabilì il quartier generale presso Villa Vergers, un bellissimo edificio neoclassico, tra i più pregevoli del territorio riminese.

Oggi Coriano è una ricca cittadina dalla fiorente economia, dove l’agricoltura riveste un ruolo di primo piano (cereali e frumento in particolar modo, vigneti, foraggi, ortaggi, frutteti e oliveti), ma anche l’allevamento (suini, bovini, caprini, ovini e avicoli), un ricco e variegato tessuto industriale (tra cui l’industria calzaturiera guidata dal gruppo leader Valleverde) ed il settore dei servizi.

Nei pressi del centro cittadino si conservano ancora gli antichi resti del castello che fu ristrutturato ed ampliato da Sigismondo Malatesta, il quale lo dotò di una nuova cinta muraria, degli spalti e delle torri.
Terminata nel 1500 la sua funzione di controllo del territorio, ricovero e rifugio, si avviò verso un lento e progressivo declino.
Subì gravi danneggiamenti durante il secondo conflitto mondiale a causa degli eventi bellici.

Negli ultimi decenni è stato oggetto di vari interventi di risanamento e restauro, finanziati da privati sotto la direzione e la supervisione della Soprintendenza delle Belle Arti.

Il territorio è segnato da dolci e verdi colline fittamente coltivate, un paesaggio suggestivo animato in primavera ed estate da sagre e feste.

Da vistare il Museo dei Ricami e dei Pizzi che raccoglie i lavori eseguiti dalle alunne della scuola diretta dalla beata Elisabetta Renzi, nel Convento Istituto delle Maestre Pie.

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