Eretta sulla cima di due emergenze rocciose si trova una suggestiva località medievale, le cui origini i ritrovamenti archeologici attestano risalenti all’epoca etrusca e romana, divenuta intorno al sesto secolo d.C. rifugio delle popolazioni stanziate lungo il fiume Marecchia dalle incursioni delle orde barbariche.
La toponomastica di Pennabilli deriva dalle due impervie alture chiamate rispettivamente “Roccione” e “Rupe”, sulle quali si insediarono le comunità di “Penna”, di origine umbra, e “Billi”, di origine etrusca.
Penna dal latino “pinna”, ossia vetta, punta; e Billi da “bilia”, cima tra gli alberi, in rapporto alla morfologia di un territorio aspro e scosceso.
Un’altra affascinante ipotesi vede il nome Billi derivare da “Bel”, nome etrusco della divinità del fuoco appartenente alla mitologia fenicia Baal, venerata in un tempio che in epoca cristiana sarà convertito in chiesa dedicata a San Lorenzo, santo legato al fuoco che la leggenda tramanda essere martirizzato su una graticola ardente.
Nel 1004 cominciarono i lavori per l’edificazione di una fortezza, la rocca di Castel di Penna, sulla vetta dell’altura Roccione, e della fortificazione, ad opera della famiglia Carpegna.
Fu proprio da questa discendenza che prese l’avvio uno dei più importanti casati italiani del tempo: quello dei Malatesta, così chiamati probabilmente per il temperamento ribelle del capostipite.
Da questa rocca, di cui purtroppo oggi non restano che pochi ruderi, i Malatesta scesero per impossessarsi di Verucchio, prima, poi di Rimini ed in seguito dell’intera la Romagna.
Nel 1350 i due comuni autonomi di Penna e Billi, da sempre rivali, si unirono con la solenne cerimonia della posa della “pietra della pace” in Piazza del Mercato, a metà strada tra i due nuclei abitativi.
Seguirono anni turbolenti che videro rivaleggiare e transitare i Malatesta, la Santa Sede, i Montefeltro, i Borgia, i Della Rovere e i Medici.
Un passato prestigioso e travagliato, di cui resta memoria nelle numerose testimonianze di opere architettoniche di pregevole valore, dalle quali traspare l’originario impianto urbanistico medievale, a dispetto dei secoli e delle evoluzioni trascorse.
Tante le tappe che scandiscono un percorso turistico ricco e variegato, a partire dal castello di Penna dove ammirare le porte di accesso , il Palazzo del Bargello, il Santuario della Madonna delle Grazie col suo bellissimo affresco, i ruderi del Guasto Malatestiano che domina sul punto più alto della fortezza e il Borgo di San Rocco.
Quindi il castello di Billi che conserva ancora la porta del XIII° secolo e il bellissimo monastero di clausura, costruito nel XVI° secolo sulle rovine delle fortificazioni del castello.
Dall’unione dei due castelli prese piede la città rinascimentale, sviluppatasi intorno alla “Fontana della Pace”, circondata dal Palazzo della Regione, dalla cattedrale cinquecentesca e dalla Loggia dei Mercanti.
Di ragguardevole rilievo il Museo Diocesano, al cui interno è custodito un patrimonio storico artistico che raccoglie pezzi provenienti da tutto il Montefeltro.
Pennabilli appartiene ad un complesso territoriale che propone un itinerario storico-artistico e naturalistico particolarmente ricco ed interessante, ed ecco allora sfilare sotto gli occhi del visitatore la Pieve Romanica di Ponte Messa, i resti del palazzo principesco di Scavolino, la chiesa medievale di Miratoio, il Convento degli Agostiniani, la torre di Bascio e per finire il convento e la torre di Maciano.
Non meno fertili e ricercati gli eventi che arricchiscono il calendario di appuntamenti imperdibili, come la Mostra Mercato Nazionale d’Antiquariato, fra le più importanti rassegne di settore dell’intero panorama italiano, che da quarant’anni regala a Pennabilli, nel mese di luglio, emozioni ed affari, accompagnata da una fitta rete di botteghe antiquarie e centri di restauro. O ancora, il festival internazionale d’arte in strada “Artisti in Piazza”, un complesso e sofisticato intreccio di teatro, giocoleria, danza, musica e circo.
E poi a seguire celebrazioni, rievocazioni storiche, feste e il generoso programma del Teatro Vittoria di recente ristrutturazione, che comprende convegni, spettacoli e rassegne teatrali.
Degni di nota anche gli angoli nascosti e gli scorci allestiti dal poeta Tonino Guerra: l’ “Orto dei Frutti Dimenticati”, la “Strada delle Meridiane”, il “Santuario dei Pensieri” e l’ “Angelo coi Baffi” alla Cappella dei Caduti.
Nell’Orto dei frutti Dimenticati è poi conservato “Il Gelso della Pace”, piantato il 15 giugno 1994 dal XIV° Dalai Lama in occasione della ricorrenza del 250° anno dalla morte del missionario cappuccino Francesco Orazio Olivieri, colonna portante della missione in Tibet, la più forte personalità nella storia delle missioni in questa lontana terra e unico serio tibetologo del suo tempo.
Altra personalità illustre di Pennabilli fu Matteo Serafini, fondatore e primo superiore generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
A Pennabilli si trova anche l’unico Museo italiano di Storia del Calcolo e dell’Informatica, allestito dal Prof. Renzo Baldoni, meta del turismo scolastico proveniente da tutte le regioni italiane.
Mentre il Parco Naturalistico Regionale del Sasso Simone e Simoncello ed il Lago Andreuccio a Soanne di Pennabilli offrono lo spunto per interessanti escursioni in una natura primordiale ed affascinante, irrinunciabili per qualsiasi amante della natura e della vita all’aria aperta.